Lucido di buona qualità ed olio di gomito questa la vecchia ricetta dell’artigiano quando approntava le scarpe per il cliente. Cera ben stesa per chiudere i pori, una goccia d’alcool ( gli snob usano lo champagne) per togliere l’eventuale eccesso di grasso, energia con spazzole e strofinacci, ogni tanto uno sputino per facilitare l’operazione.
E come tocco finale, una “tirata” col palmo della mano che, grazie al calore naturale, contribuisce a far sciogliere e penetrare il grasso, rendendo la scarpa più lucida.
Usare sempre prodotti di primissima qualità. La pelle di una scarpa è delicata; non ha bisogno di lucidi che coprano le pieghe, ma di creme che la nutrano e rallentino il processo di invecchiamento.
I prodotti migliori sono giapponesi: quelli a consistenza cremosa, perché la crema penetra più facilmente idratando la pelle e mantenendo la sua naturale elasticità. I lucidi a pasta dura sono più indicati per la lucidatura vera e propria.
Usare spazzole e spazzolini di setola naturale, morbidi e con setole alte: lucidano di più: una scarpa ben lucidata deve apparire brillante e trasparente.
Evitare i liquidi coprenti e autolucidanti; possono accelerare il lavoro, ma rischiano di rovinare per sempre