Ora: perché il marrone non è consigliato nell’utilizzo del gentleman cittadino? Cosa esprime la scelta di un colore piuttosto che di un altro? E, soprattutto, si tratta di una regola attuale?
L’abbigliamento è una forma di comunicazione e, come ogni linguaggio, è strutturato in precise regole.
L’applicazione di ognuna di esse, indipendentemente dalla sua astratta correttezza, dipende dal contesto in cui ci si trova – da quello che, continuando nel paragone, potrebbe essere definito come il registro linguistico.
La scelta del colore è legata al luogo e al momento in cui un dato capo verrà indossato. Il grigio, il blu ed il nero sono i colori legati al business wear cittadino, il marrone, tipicamente, è il colore delle attività all’aria aperta.
Assolutamente esplicativo, in questo senso, è l’esempio delle scarpe: le scarpe marroni erano considerate adatte unicamente ad un utilizzo extra urbano, mentre per l’abbigliamento del businessman o comunque di chi si muovesse in città la scelta doveva ricadere esclusivamente su scarpe nere.
Camminare in campagna (o comunque fuori città), un tempo, significava avere a che fare con fango, polvere e strade dissestate. Condizioni assolutamente inadatte a scarpe di colore nero – sopra il quale la polvere risalta (immaginate un paio di scarpe verniciate) -, che per questo motivo sono divenute le calzature tipiche di coloro che erano soliti muoversi tra uffici ed ambienti puliti, dunque, di chi lavorasse in città.
La tradizione italiana è meno legata alle regole: il lezioso latino predilige un insieme esteticamente gradevole al rispetto delle regole – ammesso che ne percepisca l’esistenza.
Ecco perché la sartoria italica ha sempre mostrato di apprezzare il marrone, tutto sommato, anche in circostanze più formali.
Indossate il marrone, ma assicuratevi che il vostro abbigliamento sia sempre e comunque adeguato al contesto in cui vi trovate.