Dentro la calza della Befana - Angelo Lustrascarpe

Dentro la calza della Befana

Una riflessione per iniziare il nuovo anno.
Fino a 30/40 anni or sono quando si acquistava un paio di scarpe, una borsa, un’abito o semplicemente un accendino ci si trovava ad avere in mano un oggetto che era in produzione da anni,manufatti che erano stati pensati e creati per durare decenni conservando i loro tratti distintivi di bellezza ed attitudine all’uso quasi per sempre.
Negli anni a venire il “mondo del lusso” ha spostato il suo baricentro: dall’attenzione alla durata ed alle materie prime usate verso il “brand”: introducendo ogni giorno di più un desiderio di consumo immediato, veloce ma duraturo nei confronti dei vari marchi.
Cosi facendo le grandi aziende che detengono il monopolio in questo mercato si sono trovante nella condizione di investire cifre sempre maggiori in pubblicità per alimentare  questo desiderio di possesso.
Questo sistema economico nella disperata ricerca di profitto rinuncia alla qualità spingendo al consumismo attraverso la forte leva del marketing e del branding.
Ogni lira (prima) ed euro (dopo) speso in comunicazione veniva tolto dal prodotto con la conseguenza finale che oggi i manufatti hanno perso  il valore delle  origini: del ben fatto e  duraturo.
In questo momento storico di crisi si nota che qualcuno sta ripensando le strategie di comunicazione: infatti si vedono nelle pubblicità  operai con camici lindi che lavorano in palazzi rinascimentali, artigiani modelli che cuciono su tavoli da sala operatoria.
Si cerca di comunicare un ritorno al passato: nei periodi di recessione si cerca spesso di rannichiarsi nel passato per trovare un poco di sicurezza: la caducità dei prodotti oggi serve solo a soddisfare la fame di azionisti che nei board chiedono più profitti non maggiore qualità.
L’unica difesa del consumatore oggi è nell’esperienza e nell’informazione: cercare in maniera autonoma di capire quali leve fanno muovere il mercato senza lasciarsi suggestionare da  sirene alienanti: un piccolo ritorno al passato, forse un grande progresso, che ognuno di noi può fare da solo negli acquisti di tutti i giorni spostando l’attenzione dal contenitore al contenuto: passare da consumatore a consumAttore !