SUTOR, NE ULTRA CREPIDAM - Angelo Lustrascarpe

SUTOR, NE ULTRA CREPIDAM

Sutor, ne ultra crepidam (Ciabattino, non [andare] oltre le scarpe) è una locuzione latina utilizzata per dissuadere dall’esprimersi coloro che tendono a parlare di materie o argomenti di cui non hanno nessuna competenza.

La frase (nell’originale “ne supra crepidam judicaret“) è citata da Plinio il Vecchio (Naturalis historia 35.36.85 – XXXV, 10, 36), che la attribuisce all’artista greco Apelle di Coo il quale stava eseguendo un dipinto quando un calzolaio (sutor) gli si avvicinò e gli segnalò che nel dipingere una scarpa (più esattamente un sandalo, crepida – dal greco krepis) aveva commesso un errore; valendosi del suggerimento tecnico ricevuto, il grande Apelle, al tempo considerato il maggior pittore mai esistito, grato ed umile lo corresse.

Il ciabattino, tronfio del fatto che Apelle avesse accolto di buon grado i suoi consigli, cominciò però a formulare osservazioni anche su altri particolari (vesti, espressioni del volto, ecc.), indisponendo a tal punto l’artista che, per zittirlo, lo apostrofò in questa maniera.

Il testo pliniano è alquanto noto in quanto spesso incluso, almeno in stralci, in versioni scolastiche usate per esercizio nello studio della lingua latina; in più, la locuzione è stata usata da molti altri autori che sottintendevano la conoscenza del brano di Plinio.