Le scarpe di Gigi e Fabio - Angelo Lustrascarpe

Le scarpe di Gigi e Fabio

Gigi Periniello e Fabio Travenzoli si sono conosciuti grazie alle suole delle scarpe. Il primo è un agente di commercio per un’azienda marchigiana di suole stampate, il secondo è il proprietario di una piccola fabbrica familiare di scarpe, che esiste dalla fine del 1800, Astorflex.

Noi non siamo partiti da un prezzo, ma da un prodotto”. Insieme hanno scelto dei modelli classici di scarpe, le polacchine “desert boot” e i sandali. Poi hanno cercato i materiali con cui comporle. La suola è costituita dalla para, gomma naturale addensata con acido formico e lavorata in Italia per portarla al giusto spessore. Con l’acetone si scioglie e si attacca alla scarpa. Tutti i residui di lavorazione si recuperano per farne nuova suola. Il sottopiede è in cuoio, non in crosta, che è la parte meno pregiata della pelle e che di solito si usa per risparmiare sui costi. astorflex, e sono quindi prive di cromo. L’impatto ambientale della concia delle pelli è decisamente inferiore. I loro fornitori sono alcune concerie toscane che impiegano ancora metodi tradizionali a concia lenta, che non prevede l’uso di sostanze di origine petrolchimica, ma tannini ottenuti dalla mimosa e dal castagno. Per il camoscio esterno alle polacchine non sono ancora riusciti ad usare una concia interamente vegetale, mentre la tomaia dei sandali è pelle rovesciata conciata vegetale al 100%. Un problema dell’evitare di usare prodotti chimici è legato al fissaggio dei colori, che restano molto sensibili alla luce del sole e tendono ad ingrigirsi col tempo. Per legare le diverse componenti vengono usati adesivi all’acqua.

La nostra è una battaglia contro l’inciviltà -dichiara Gigi. Vogliamo dimostrare che è davvero possibile produrre delle scarpe di qualità interamente fatte in Italia a prezzi accessibili. Ma questo è realizzabile solo cambiando il sistema commerciale, relazionandoci direttamente con il consumatore. Ai rapporti di forza imposti dalle grandi imprese noi proponiamo delle relazioni vere”.